Scritto da Dott. Bruno Gazzola
|
Domenica 19 Aprile 2009 22:26 |
EXA 2009 A BRESCIA NOVITA’ DAI DUE CONVEGNI SULLE ARMI E SULLA LEGGE 157/92
Sabato a Brescia si è tenuto nella mattinata il 25° Convegno Nazionale sulla disciplina delle armi, e nel pomeriggio quello sulla riforma della L. 157/92, la legge sulla caccia. Molte le relazioni interessanti, come sempre, ma tra tutte spiccava per attualità quella del Procuratore della Repubblica di Trento, Dott. Stefano Dragone. Il magistrato ha parlato infatti della delicata questione nata da una curiosa idea del Ministero dell’Interno, che sta facendo preoccupare non poco i cittadini possessori di armi ed i negozianti del settore. Da quasi un anno a questa parte infatti, il Ministero ha cominciato a “rimangiarsi” la circolare del 6/5/1997 che aveva fatto chiarezza, una volta per tutte, sulla questione dei calibri “da caccia”, ossia sul fatto che non fosse necessario un bossolo di almeno 40 mm di lunghezza per considerare da caccia una carabina. Fino al maggio del 1997 le interpretazioni dell’art. 13 della legge, erano divergenti, e le Questure ed i Comandi dei Carabinieri spesso sostenevano che il bossolo della cartuccia dovesse essere lungo almeno 40 mm, indipendentemente dal diametro della palla, per poter considerare da caccia la carabina ( o il fucile). Pertanto i detentori di armi lunghe in cal. 44 magnum, 357 magnum, 7,62 X 39, 30 M 1 ecc., rimanevano col fiato sospeso e dovevano sperare nel buon umore del maresciallo, quando andavano a denunciare l’acquisto di una nuova arma in uno di quei calibri. L’emanazione della circolare del 6/5/1997 aveva finalmente messo le cose a posto, e da allora, cioè da 12 anni a questa parte, l’argomento era stato chiarito ed archiviato, dovendosi considerare a tutti gli effetti armi da caccia le carabine nei calibri suddetti. Purtroppo però, nel pubblico impiego, oltre a quelli che si guadagnano lo stipendio facendo pure gli straordinari senza essere pagati, ci sono anche quelli che trovano il tempo di studiare il sistema di complicare le cose semplici e di buttare alle ortiche il lavoro fatto bene da chi li ha preceduti. Attualmente infatti, una Questura del Nord ha ufficialmente iniziato a non considerare più armi da caccia quelle in calibri con bossolo di lunghezza inferiore a 40 mm, basando tale scelta sul parere emanato recentemente dal Minstero dell’Interno. La cosa è perlomeno sconcertante, in quanto si tratta di una autentica sconfessione della circolare del 6/5/1997 emanata dallo stesso Ministero dell’Interno! E’ vero che noi Italiani siamo abituati ormai a tutto, ma questo sembra davvero troppo. Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trento ha pertanto preso il “toro per le corna”, inquadrando bene l’argomento, anche dal punto di vista “storico”, dato che la vicenda risale ad almeno 12 anni fa, ed ha concluso che si tratta con ogni probabilità di un grossolano errore di interpretazione della legge, ad opera di un funzionario del Ministero, spiegando dal punto di vista giuridico che la ragione è dalla parte del cittadino possessore di armi in quei calibri apparentemente “indigesti” al suddetto funzionario. Purtroppo va detto che la ragione, come sempre, arriverebbe dopo un processo, con le solite lunghe attese, ansie e costi, ma ormai i cittadini si sono assuefatti a questo andazzo. Sempre secondo il Dott. Dragone, la soluzione ideale sarebbe quella di una modifica della L. 157/92, nel senso di rendere più chiaro il concetto contenuto nell’art. 13. Quale occasione migliore di questa, allora, visto che tutto il mondo venatorio si è mobilitato per una revisione generale della legge sulla caccia? Bisogna concludere sulla necessità della massima unione tra cacciatori, tiratori e collezionisti, per il bene di tutti, nel rispetto della legalità ma anche della dignità dei cittadini, che forse si sono stancati di essere trattati come sudditi.
|
Ultimo aggiornamento Martedì 18 Gennaio 2011 17:10 |